Prestiti dipendenti pubblici
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In questa guida cercheremo di descrivere leggi e normative che regolano i prestiti per dipendenti pubblici. In Italia, la normativa di riferimento per accedere a questi finanziamenti è il Regolamento Prestiti Inpdap, pubblicato sul sito web istituzionale, che disciplina prestiti e finanziamenti erogati dall’Inps. Contiene le linee guida e l’iter da seguire, un documento pratico e utile per tutti coloro che vogliono presentare domanda per un prestito.

Il Regolamento dell’Ente di Previdenza è suddiviso in tre parti relative a piccoli prestiti, prestiti pluriennali e normativa dei Ricorsi (composta da due articoli).

Oltre al Regolamento Prestiti Inpdap, nel nostro Paese esistono altre leggi e normative che interessano i prestiti ai dipendenti pubblici. Cerchiamo di capire in questo articolo quali sono.

Prestiti dipendenti pubblici: leggi e normative per la cessione del quinto

Tra i prestiti per dipendenti pubblici più richiesti, troviamo la cessione del quinto (di stipendio o pensione) che prevede un tasso d’interesse estremamente agevolato. La cessione del quinto è pensata per dipendenti pubblici e privati con contratto a tempo indeterminato e per i pensionati. Il rimborso è diretto, nel senso che l’importo dovuto viene trattenuto direttamente dallo stipendio o dalla pensione.

Questa forma di finanziamento, disciplinata dall’art.1260 del Codice Civile, è stata introdotta con il D.P.R 28 luglio 1950 n.895 (regolamento attuativo) ed è regolata da questo DPR e dal DPR n.180 del 5 gennaio 1950.

Le Leggi 311 e 80 del 2005 che integrano il DPR 180/1950 stabiliscono il diritto alla cessione del quinto per i dipendenti delle aziende private e per i pensionati.

Viene trattenuto il 20% (1/5) della pensione o stipendio mensile netto percepito dal richiedente, ma la legge permette di trattenere anche di più. Si può cedere fino a massimo il 40% dello stipendio netto con due rate del 20% ciascuna, ovvero 1° rata (cessione del quinto) e 2° rata (prestito delega o doppio quinto). La seconda rata del doppio quinto può essere accettata o rifiutata dal datore di lavoro.

Come ottenere la cessione del quinto

Per ottenere questo prestito personale non finalizzato a tasso fisso, occorre essere iscritti alla Gestione Unitaria delle Prestazioni sociali e creditizie e possedere due requisiti: 4 anni di anzianità di servizio e 4 anni di versamento dei contributi alla Gestione unitaria.

Il piano di ammortamento per la cessione del quinto oscilla da 24 a 120 mesi (10 anni) per una soglia massima di finanziamento di 50-60.000 euro. TAN e TAEG agevolati possono variare (da 3,50 a 7,50) a seconda dell’età, ente erogatore, passato creditizio. I costi comprendono spese di bollo/gestione: è obbligatoria la stipula di una polizza assicurativa sul rischio impiego (per i lavoratori) e rischio vita (per i pensionati). In certi casi, viene richiesta la garanzia TFR.

Il finanziamento può essere concesso anche a cattivi pagatori e protestati. La cessione del quinto può essere richiesta online o recandosi presso la filiale di una banca affidabile.

Fondo Credito per accedere ai piccoli prestiti Inpdap

Nel 2011, l’Inps (fondato nel 1898) ha accorpato l’Inpdap con tutte le attività, funzioni e personale di questo ente. L’iscrizione all’Inps è obbligatoria per lavoratori dipendenti sia pubblici sia privati. Questi lavoratori (come pure i pensionati) possono richiedere piccoli prestiti Inpdap a condizione che siano iscritti al Fondo Credito D.M. 45/2007.

I piccoli prestiti ai dipendenti vengono offerti a tassi competitivi e a condizioni agevolate. Difficilmente i tassi d’interesse superano il 5,5% di TAEG ed il 5% di TAN. Per certe categorie di lavoratori dipendenti, queste percentuali calano ulteriormente. A titolo di esempio, per gli insegnanti della scuola pubblica il tasso d’interesse passa dal 5% all’1,5%. In più, il rimborso può essere effettuato nell’arco di 2 anni con 24 rate mensili. In genere, la durata del rimborso va da 1 a 4 anni con pagamento di 12 o 48 rate mensili.

Questi prestiti possono prevedere spese aggiuntive (seppure ridotte) legate ad un premio fondo rischi o all’apertura del finanziamento.

Gli importi variano in base alla situazione economica del richiedente o della durata del contratto: da un minimo che corrisponde allo stipendio mensile netto a un massimo che può raggiungere gli 8 mesi di stipendio netto.

I piccoli prestiti Inpdap non sono finalizzati e la procedura per ottenerli, in presenza dei requisiti, è piuttosto rapida.